I lavoratori e le lavoratrici della Volkswagen hanno aderito in massa allo sciopero di avvertimento indetto dall'IG Metall per protestare contro la direzione aziendale e le ipotesi di massici tagli alle fabbriche e agli organici. Il sindacato ha fornito i numeri delle persone che, in ciascun turno lavorativo, hanno abbandonato per due ore le proprie postazioni per scendere in strada e partecipare ai picchetti. La prima giornata di sciopero si è conclusa con quasi 100 mila lavoratori che hanno deciso di interrompere le loro attività per aderire alle varie manifestazioni organizzate in tutta la Germania o quasi.
I numeri. Per la precisione, sono stati 98.650 i dipendenti (66 mila durante i turni diurni e i restanti nel corso di quelli notturni) che hanno incrociato le braccia. Si tratta di oltre l'80% dei circa 120 mila interessati dall'attuale e infruttuoso ciclo di negoziati per il rinnovo del contratto di lavoro: "I primi scioperi di avvertimento sono stati un segnale assolutamente deciso da parte dei lavoratori contro i piani del consiglio di gestione della Volkswagen", spiega il capo negoziatore dell'IG Metall, Thorsten Gröger, da tempo sul piede di guerra. "Quasi 100.000 dipendenti hanno chiarito ad alta voce che lotteranno per il loro lavoro, le loro famiglie e il loro futuro: è solo il primo, potente segnale di un inverno di proteste, la Volkswagen deve tornare in sé e mettere finalmente da parte i suoi piani da incubo, altrimenti toccherà ai lavoratori trovare la risposta giusta". Senza un accordo al prossimo tavolo di contrattazioni, previsto per il 9 dicembre, Gröger assicura che ci sarà uno sciopero senza precedenti nella storia della Germania.
Gli impianti. Il sindacato ha fornito anche uno spaccato di vari impianti rimasti fermi per la mobilitazione dei lavoratori. Solo a Wolfsburg, storica sede industriale della Volkswagen, sono scesi in strada 47 mila dipendenti. A Kassel Kassel-Baunatal le proteste hanno coinvolto 12.500 persone, ad Hannover 9 mila, a Zwickau altri 9 mila, a Emden 7.600, a Braunschweig 7 mila, a Salzgitter 5.400, a Chemnitz mille e a Dresda 150. In tutto, i siti dove sono state organizzate manifestazioni sono nove: solo Osnabrück, finito tra gli impianti destinati alla chiusura insieme a Dresda ed Emden, non è stato coinvolto, ma solo perché l'impianto della Bassa Sassonia fa riferimento a un altro contratto di lavoro.