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Allo studio una joint venture europea con Case cinesi

La Reuters ha già dato conto delle mire dei costruttori cinesi sulle fabbriche tedesche della Volkswagen in fase di dismissione, ovvero , Dresda e Osnabrück: operazioni di acquisizione di impianti industriali non prive di ostacoli, in particolare dal punto di vista politico. Tuttavia, secondo una ricostruzione di Manager Magazin, i timori dei tedeschi potrebbero essere aggirati con un'operazione diversa: la testata economica, infatti, delinea uno scenario in cui la stessa Volkswagen potrebbe creare una joint venture europea con i costruttori cinesi, sul modello già sperimentato da Stellantis e Leapmotor

Le trattative. Secondo le indiscrezioni, Wolfsburg starebbe valutando la possibilità di mantenere il controllo delle fabbriche, riservando a modelli cinesi parte della capacità produttiva o turni di lavoro aggiuntivi. In tal modo, la Volkswagen potrebbe incrementare il basso tasso di utilizzo degli impianti e, al contempo, beneficiare delle competenze cinesi nella mobilità elettrica. A loro volta, le controparti avrebbero l'opportunità di evitare i dazi doganali imposti dall'Unione Europea alle Bev prodotte in Cina. Una serie di trattative, finora senza risultati concreti, avrebbero già parlato di una produzione congiunta nello stabilimento di Emden, dove la Casa tedesca assembla la ID.4 e la ID.7: ipotesi sfumate perché i cinesi non avrebbero apprezzato la struttura dei costi della fabbrica della Bassa Sassonia. A ogni modo, ai massimi livelli manageriali di Wolfsburg non si esclude né l'ipotesi di cedere un impianto, né la possibilità di progetti di collaborazione congiunta con brand del Dragone.




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